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"il saggio che vorrei"

Saggio di fine anno 2009
dell' ACADEMY Scuola di Danza Classica
di Marilina Piemontese
23 - 24 maggio 2009 Teatro Fraschini - Pavia

 

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Quest’anno ci eravamo ripromessi di non fare il solito tour tra i saggi di danza delle varie scuole della zona ma quando abbiamo sentito che il 23 e 24 maggio 2009 nello splendido teatro Fraschini di Pavia si sarebbe esibita l’Academy di Marilina Piemontese nel suo ormai tradizionale appuntamento di fine anno, non abbiamo resistito a essere presenti anche noi. L’Academy è una delle scuole di danza più rappresentative ed importanti della Lombardia, una tra le poche in Italia che può fregiarsi con l’acronimo A.R.A.D., in quanto associata alla prestigiosa Royal Academy of Dance di Londra.
Sia le scuole che gli insegnanti che possiedono questa importante certificazione impartiscono l’insegnamento della danza seguendo appunto il metodo utilizzato della Royal Academy.

L’evento di cui stiamo per parlare è stato inserito in “Pavia danza” una rassegna della danza pavese arrivata alla sua dodicesima edizione e che abbiamo, negli anni passati, .






 

sempre seguito con molto interesse, sia per la qualità che per l’originalità del programma proposto
Parlando dell’Academy di Pavia abbiamo sempre apprezzato di questa scuola la fantasia e la professionalità nella preparazione dei suoi spettacoli. Si, parliamo proprio di veri e propri spettacoli anche se l’occasione era il mettere in scena il tradizionale saggio di fine anno. L’anno scorso è stata la volta di un originalissimo spettacolo creato sui giochi che si facevano da bambini: il salto con la corda, un due tre stella, palla prigioniera ecc. L’anno prima ancora una edizione con musicisti dal vivo per non parlare poi di momenti toccanti a favore della distrofia muscolare con presenze importanti del panorama musicale internazionale come Ron. Insomma, spettacoli tutti con un filo conduttore, un tema che li legava e ne arricchiva i contenuti. Non è stato lo stesso quest’anno dove, delusi, abbiamo assistito ad un solito quanto inaspettato saggio di danza. Uno spettacolo senza ne capo ne coda completamente slegato, due spettacoli separati dove l’interruzione tra il primo e il secondo tempo ne ha decretato la netta suddivisione.
Alla fine del primo tempo, fuori tutti sul palco per la presentazione al punto che pensavamo fosse già tutto finito. Un tipo di spettacolo probabilmente già annunciato, visto il titolo “il saggio che vorrei”, un saggio creato e voluto dagli allievi della scuola dove le idee dei ragazzi si sono concretizzate poi per merito degli insegnanti dove ne hanno curato le coreografie.
Per iniziare a vedere un po’ di danza abbiamo dovuto aspettare il secondo spettacolo ovvero il secondo tempo in cui abbiamo potuto apprezzare un balletto intitolato “la cappella sistina” dove, la coreografia nata prendendo spunto dagli affreschi della cappella sistina, ne ha sottolineato la padronanza della tecnica ballettistica da parte delle ragazze più grandi confermando così la indubbia qualità dell’insegnamento dell’Academy.

Abbiamo sempre apprezzato in questa scuola i lavori del gruppo di danza moderna dove negli anni passati ci aveva sempre entusiasmato con coreografie originali e sul genere dei famosi Momix ma quest’anno anche loro non hanno mantenuto le nostre aspettative proponendo una loro realizzazione intitolata “ipod” dove la musica dei Jarimoquai poco si adattava alla coreografia del balletto. Da evidenziare il brano “in equilibrio” dove due ballerine Martina Calzavacca ed Eleonora Piron, fiore all’occhiello della scuola, volteggiano sospese con l’ausilio di corde come su un’altalena accompagnate dallo splendido pianoforte di Giovanni Allevi. Una coreografia già vista ma comunque piacevole nel suo insieme.
Riteniamo che uno spettacolo di danza non abbia bisogno di presentazioni di alcun tipo ma, andando contro tutte le buone abitudini degli anni passati, questa strana edizione è stata presentata invece interamente dalla stessa direttrice della scuola rallentando così ulteriormente il già faticoso svolgimento di questo saggio.
Inutile dire che ci aspettavamo di più da questa serata e soprattutto da una scuola dove è cresciuto artisticamente Oliviero Bifulco giovane talento della danza già vincitore di due borse di studio all’Accademia del Teatro alla Scala. Vogliamo pensare che la scelta caduta su un spettacolo ideato e creato dagli allievi non sia dovuto a un calo di creatività da parte dei docenti della scuola ma piuttosto a un esperimento artistico non molto riuscito.

Marco G. Piccinini