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Saggio di fine anno 2008 - 2009 della Scuola di Danza

"BORGO INSIGNE"
di San Colombano al Lambro

Direzione Artistica di Lucia Cecchini Galloni

18 e 19 giugno 2009 Centro Congressi "le Gerette"

 

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Quest’anno è stato veramente un anno pieno di sorprese. Ovviamente parliamo di sorprese, a volte positive altre negative, che abbiamo avuto nell’assistere in questi ultimi mesi a spettacoli, musical, saggi di fine anno messi in scena da scuole di danza e compagnie teatrali in programma qua e la sul nostro territorio lombardo. E’ successo anche andando a vedere lo spettacolo di fine anno della Scuola di Danza Borgo Insigne di S. Colombano al Lambro andato in scena il 18 e 19 giugno e ospitato nel centro congressi delle terme “le Gerette”. Negli anni la Scuola di Lucia Cecchini Galloni, direttrice della scuola Borgo Insigne, ci ha abituato a spettacoli di un certo livello, preparati con passione e in ogni minimo dettaglio, ma spettacolo dopo spettacolo, saggio dopo saggio, pur potendo sempre apprezzare una danza raffinata ed elegante, abbiamo potuto constatare anche una certa, per così dire, abitudine nel proporre sempre lo stesso cliché nelle sue ultime rappresentazioni. Quindi quest’anno siamo andati ad assistere al suo tradizionale appuntamento annuale con la certezza di vedere una buona danza ma senza aspettarci particolari emozioni.
Apre la serata Bizet danzato dalle allieve più piccole, si diremmo proprio danzato ed è proprio questo che vogliamo sottolineare. Una semplice coreografia di impostazione puramente accademica eseguita alla perfezione dalle bambine del primo corso.
Sei tra le più giovani ballerine della scuola, sole sul palco e davanti a un pubblico di trecento persone, hanno dato prova di sicurezza e padronanza della scena dimostrando a tutti che la danza può essere insegnata seriamente anche ai più piccoli.

La serata appena iniziata prosegue poi con il corso superiore sempre dei bambini più grandi a interpretare un classicissimo



 

Ciackovsky per poi passare alle ragazze più giovani con un allegro e colorato brano di Giacomo Rossini, “viaggio a Reims”.
Quello che ci ha colpito in modo particolare in quest’ultimo balletto è stata la gioia e la voglia di danzare che si leggeva sul viso di queste ragazze.
Arriviamo così al cuore della serata dove Lucia Cecchini Galloni prova una formula già collaudata lo scorso anno, quella di unire i due corsi maggiori della sua scuola per questo “omaggio a Chopin”. Il colpo d’occhio è assicurato, tutte le ragazze in tutù lungo e bianco ci hanno deliziato di uno splendido balletto classico con molta danza sulle punte. Il primo tempo termina con una rappresentazione dedicata all’ opera di Giuseppe Verdi “l’Aida”. Anche in questo caso stessa formula del balletto precedente, con in scena tutti e tre i massimi corsi della scuola. Una coreografia a nostro parere un po’ statica dove però il numero delle ballerine sul palco, la splendida musica e gli sfarzosi e coloratissimi costumi hanno sufficientemente sopperito a questa piccola mancanza.

Sempre fedele alle fiabe di Walt Disney anche questa volta Lucia Cecchini Galloni ripropone tre coreografie sulle musiche di Alice nel paese delle meraviglie, Cenerentola e la Bella addormentata nel bosco, coinvolgendo ancora una volta gli allievi più piccoli e arricchendole nel contenuto rispetto a quelle già viste nei suoi precedenti lavori. Ci sentiamo in dovere però di menzionare in modo particolare un bellissimo passo a due nel brano della Bella addormentata interpretato da due ballerini, Mattia Favalli, ballerino professionista e Serena Bassanetti una delle ragazze con più talento nella scuola e forse l’unica che possa impersonare la bellezza e la dolcezza di una principessa di una favola.
Usciti dalla spensieratezza delle favole entriamo direttamente nella sezione dedicata alla danza moderna. Non nascondiamo l’aver avuto un leggero sussulto nel leggere sul programma di sala che i primi tre pezzi di moderno facevano riferimento a quel tormentone di nome High School Musical, telefilm e film per adolescenti che un anno fa aveva prepotentemente invaso la nostra esistenza e che pensavamo finalmente di essercene liberati .

I gruppi di moderno sono due quello dei grandi, dove sono confluiti alcuni elementi dei corsi inferiori e quello dei più giovani.
Le coreografie sono tutte tratte dal musical in questione e il ritmo e l’energia messa da questi ragazzi hanno fatto sciogliere come ghiaccio al sole tutte le nostre riserve su questo balletto dimostrandoci che poco importava che a noi piacesse o meno questo genere di spettacolo loro, i ragazzi, avevano comunque raggiunto il loro obiettivo, quello di divertirsi insieme facendolo nel modo migliore che potessero farlo, danzando.
A chiudere questo spettacolo è la volta di un brano di pura danza contemporanea. Come tutti i gran finale che si rispettano veniamo coinvolti in un vortice di percussioni e ritmi tribali dove una coreografia d’effetto, curata interamente da Mattia Favalli, mette a dura prova la resistenza fisica dei ballerini trascinandoci tutti in un’avventura fatta di misteriosi e antichi rituali.
Un plauso particolare agli unici due maschietti dei primi corsi, Antonio Antico e Matteo Gremi, per la loro giovane e sincera passione per la danza augurandoci di vederli crescere con il medesimo entusiasmo in questa nobile disciplina.
Un riconoscimento particolare ad Antonella Cesari, non solo per aver danzato in modo impeccabile in quasi tutte le coreografie di questo spettacolo, ma per la dedizione e l’amore che ha riposto nella danza, sia come ballerina, continuando ad emozionarci con la sua grazia e la sua eleganza, che come assistente valida e preparata, istituzione e colonna portante di questa scuola.
Un saggio di fine anno di poco meno di due ore fluido e piacevole e soprattutto sorprendente per la sua diversità rispetto ai precedenti. Complimenti quindi a Lucia Cecchini Galloni che ancora una volta ha fatto sentire a gran titolo la sua voce nel mondo del balletto classico riconfermando la sua preparazione e passione per la danza presentando questo spettacolo concepito più come una galleria d’arte senza definirne un percorso preciso ma dove ha avuto puntualmente l’occasione di esporre il frutto del suo instancabile e prezioso lavoro.

Marco G. Piccinini