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L'Associazione le Matite

presenta

MADRE TERESA

il Musicall

Compagnia teatrale del Centro Religioso Beata Madre Teresa di Calcutta

 

Capita raramente di avere l’occasione di andare a vedere nello stesso mese la stessa opera eseguita da due compagnie diverse, è capitato per il musical di Madre Teresa di Calcutta. Sabato 30 maggio 2009 al teatro Asteria di Milano una nuova versione del musical di Paulicelli e Castellacci è stata messa in scena dai ragazzi dell’Associazione “le matite” gruppo nato all’interno di un centro religioso che porta appunto il nome della famosa suora albanese. L’assistere a breve distanza a due rappresentazioni sulla stessa opera porta inevitabilmente a fare confronti, questo perché è ancora viva l’esperienza precedente e se questa poi non è stata entusiasmante, risulta facile partire prevenuti nel vedere quella successiva. Alcune premesse sono però di rigore: prima di tutto questo gruppo è composto prevalentemente da giovani senza precedenti esperienze teatrali e musicali, come scritto nel loro pieghevole di sala, inoltre riteniamo che in un momento come questo di aridità nei valori e d’indifferenza verso il nostro prossimo e in tutto ciò che ci circonda, fare teatro sia un interessante esperimento di



 

socializzazione tra i ragazzi e non solo e un’ottima occasione per poter coltivare insieme il nobile sentimento della solidarietà.
Per qualsiasi tipo di spettacolo partire bene è a dir poco fondamentale, predispone positivamente a vedere tutto il resto; ed è quello che è successo a noi nell’assistere a questo lavoro teatrale.
Fin dalle prime battute siamo rimasti piacevolmente sorpresi dalle qualità canore e dalla espressività di Beatrice D’Arienzo nelle vesti di Madre Teresa. Un voce potente e ben modulata che ci ha strappato un brivido nello splendido brano “ci riuscirò” risultando quindi adattissima per questa, per niente facile, parte da protagonista. Un’ottima idea è stata quella di inserire nello spettacolo undici coristi sempre presenti in scena e pronti a supportare i ragazzi nei brani più impegnativi, anche se abbiamo notato che il gruppo delle suore, composto da sei ragazze, non ne avesse assolutamente bisogno. Altra sorpresa è stato un bravissimo Giacomo Mercandelli nella parte del volontario missionario, un giovane con buone doti vocali e di recitazione e la cui presenza scenica, in alcune occasioni, ha quasi offuscato gli altri protagonisti. Abbiamo poi apprezzato una naturalissima Laura Loprieno nella parte di una spumeggiante suor Bettina dove principalmente dialoga con i rappresentanti della stampa arrivati in quel luogo sperduto proprio per intervistare Madre Teresa, il giornalista Luca Bossi e il suo reporter Gabriele Lazzati. Con loro scambia simpatiche battute che purtroppo a tratti non hanno avuto l’effetto desiderato in quanto recitate troppo velocemente e quindi non recepite completamente dal pubblico. Interessante dal punto di vista artistico un altro elemento del gruppo ormai non più giovanissimo, Pasquale Casamento nei panni del capo dei Brahmini con una interpretazione incisiva e potente e con qualità canore di tutto rilievo è riuscito anche lui ad emozionare e a far sobbalzare il pubblico.


Nel secondo tempo si cambia la protagonista non per esigenze di copione ma bensì per ampliare il coinvolgimento dei ragazzi. La nuova Madre Teresa, Giulia Grigolli non ha fatto notare alcuna differenza con quella precedente e con una voce limpida e decisa e una interpretazione dolce ma risoluta riuscendo a impersonare perfettamente quello che era il carattere di Madre Teresa, ci accompagna fino alla fine dello spettacolo.
I balletti di questo musical non sono per nulla impegnativi ma sono stati ugualmente eseguiti con precisione in ogni loro piccola sfumatura. I nostri complimenti vanno alla giovane Giulia Di Lernia che da sola ha curato tutte le coreografie.
Pochi oggetti a fare da scenografia, un’ambientazione povera come poveri sono i luoghi in cui vivono e operano queste suore eccezionali e sinceramente non abbiamo sentito la mancanza di ambientazioni sceniche particolari o di effetti speciali in questa rappresentazione già ricca di per sé di contenuti.
Un plauso anche e soprattutto alla regia, composta da tre amiche, Cristina, Adriana e Donatella, perché in questo spettacolo, preparato minuziosamente e seriamente per più di un anno, non hanno lasciato nulla al caso trasmettendo un grande entusiasmo a tutti, raggiungendo così degli ottimi risultati. Inevitabile quindi il successo forse inaspettato ma sicuramente del tutto meritato.

Marco G. Piccinini